Se vi dico Pomodoro di Pachino IGP a cosa pensate? io mi immagino un mattino d’estate in Sicilia: una luce calda che accarezza le serre, l’aria salmastra che porta dolcezza ai frutti, una campagna di grande bellezza, compresa tra i comuni di Pachino, Portopalo di Capo Passero, Noto e Ispica, dove il terreno sabbioso, il sole generoso e l’acqua salina donano a questi pomodori, un gusto unico e dolce.

La coltivazione di questa eccellenza italiana avviene esclusivamente in serre su suolo naturale, mai fuori suolo: le piante, innestate con semi ibridi F1 di cultivar come ciliegino, costoluto, tondo liscio o grappolo, vengono e curate con tecniche moderne, ma rispettose del disciplinare IGP. 

La raccolta è rigorosamente manuale: al giusto grado di maturazione, quando il picciolo diventa fragile e il frutto si stacca senza fatica, preservando la polpa soda e succosa.

Una volta raccolti, i pomodori si conservano bene grazie alla loro elevata consistenza zuccherina (più di 4,5° Brix), pelle resistente e cavità placentare piccola. Possono essere venduti freschi o lavorati, come i famosi pomodorini secchi di Pachino sott’olio: prima fatti essiccare al sole per circa 10 giorni, poi sistemati in vasetti con olio, capperi e semi di finocchietto, e lasciati riposare almeno dieci giorni, al buio.

Dal punto di vista nutrizionale, il pomodoro di Pachino è un vero gioiello mediterraneo: povero di calorie, diuretico, ricco di vitamina C, potassio, beta-carotene e licopene, un potente antiossidante.

Ora, pensate al profumo: pomodorini dolci, rossi, che scoppiano in bocca. Come usarli in cucina? vi svelo i segreti di una ricetta semplice, ma davvero golosa: la Zuppa di pomodori di Pachino. Un piatto fresco per l’estate: sedano, carote, scalogno rosolati nell’olio, pomodorini di Pachino a pezzi, patate e basilico. Lasciate cuocere finchè non si sfaldano le patate, quindi passate al passaverdure, con i buchi piccoli e servire con crostini, anche fredda! Una vera bontà!